Sì e si chiama SPECTRE.
Spectre sfrutta una vulnerabilità di una caratteristica dei processori moderni chiamata esecuzione speculativa. Questa tecnica è stata progettata per migliorare le prestazioni, permettendo alla CPU di "indovinare" e iniziare a eseguire istruzioni che probabilmente saranno richieste prima di sapere con certezza se sono necessarie: se la CPU indovina correttamente, si risparmiano tempo e risorse; se sbaglia, scarta i risultati speculativi.
L'attacco Spectre sfrutta questo processo, inducendo la CPU a eseguire istruzioni speculativamente per accedere a porzioni di memoria che l'attaccante normalmente non potrebbe leggere. Sebbene la CPU cancelli i risultati speculativi se si scopre che erano inutili, alcune informazioni possono comunque rimanere temporaneamente nella cache della CPU, dove un attaccante potrebbe analizzarle.
Spectre è complesso perché:
Sfrutta una funzione fondamentale dell'hardware (l'esecuzione speculativa), quindi per correggerla occorrerebbero modifiche all'architettura dei processori.
È un attacco molto flessibile: non è legato a un singolo tipo di istruzione o funzione, e può essere adattato a diversi contesti e linguaggi di programmazione.
Ha un basso impatto visibile sulle prestazioni: dato che l'esecuzione speculativa è invisibile agli utenti, l'attacco può restare non rilevato per lungo tempo.
Tuttavia, per mitigare Spectre, sono state sviluppate diverse tecniche, tra cui:
Retpoline: che sostituisce i salti indiretti con una tecnica che "blocca" la speculazione.
Barriere di memoria: che limitano la speculazione su certi blocchi di codice, anche se rallentano le prestazioni.
Aggiornamenti firmware e microcodice: che ottimizzano il comportamento della CPU per ridurre i rischi speculativi.
Spectre è una vulnerabilità molto significativa poiché influenza la maggior parte dei processori moderni, compresi quelli di Intel, AMD e ARM, e ha richiesto un intervento a livello di firmware, software, e anche modifiche architetturali sui nuovi modelli di CPU.
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